Vista del campo di beach volley allestito per le Olimpiadi di Parigi 2024 con la Torre Eiffel sullo sfondo

Le Olimpiadi di Parigi 2024

Sono passati oramai più di tre mesi dalla fine della XXXIII° edizione dei Giochi Olimpici tenutasi per la terza volta nella storia (dopo le edizioni del 1900 e del 1924) a Parigi. 
La capitale francese è stata la seconda città al mondo, dopo Londra, ad aver organizzato per tre volte la rassegna sportiva più importante del pianeta. 
Si sa a bocce ferme è più facile analizzare un evento importante – soprattutto sportivo e come quello olimpico -, perché non si rischia di essere contagiati da emozioni forti od eccessi di tifoseria che possono distorcere il giudizio. 

Non può che ritornare alla mente la magnificente cerimonia d’apertura messa in scena dagli organizzatori interamente realizzata al di fuori del consueto contesto nel quale viene acceso il sacro fuoco di Olimpia, ossia lo stadio olimpico. Una cerimonia che ha lasciato di stucco, nonostante il tempo infausto, per la varietà di colori e di suggestioni, un viaggio nella storia e nella cultura francese che ha toccato il proprio apice, a parere di chi scrive, nel galoppo a fil d’acqua sulla Senna di un affascinante quanto inquietante cavallo meccanico per giungere al gioco pirotecnico fin sotto la regina della Ville Lumière, la Tour Eiffel. 

Per quanto riguarda l’Italia la spedizione parigina non può certo dirsi avara di soddisfazioni, anzi. Viene eguagliato il record di medaglie (40) ottenuto a Tokyo 2020, svoltosi nel 2021 a causa della pandemia di Covid-19, ma con un numero di successi maggiore, vale a dire 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi (il record di ori è Los Angeles 1984 con 14, dove però mancava l’Unione Sovietica per il contro-boicottaggio dopo quello americano di Mosca 1980). 
Da conteggiare inoltre ben 25 quarti posti (le cosiddette medaglie di legno) che se da un lato non possono che rattristare, dall’altro è bene considerare che possono tramutarsi in un potente propulsore per la “prossima volta” in quanto nella mente di un atleta olimpico risuona sempre il “posso fare meglio di così” il vero nocciolo dello sport. 
Non ce ne voglia il nobile motto di De Coubertin.
A livello complessivo siamo arrivati settimi, mentre a livello europeo ci posizioniamo terzi dietro Gran Bretagna (65) e Francia (64), la qual ultima ha inevitabilmente beneficiato del fattore campo. 

Ma quali sono i successi e le altre imprese da podio che verranno maggiormente ricordate del Bel Paese (ovviamente), ma anche delle altre nazioni? 

Per quanto riguarda il metallo più prezioso per i colori azzurri non si può non iniziare dall’incredibile oro conquistato nella pallavolo femminile dalle ragazze di Julio Velasco (già artefice della “generazione di fenomeni” dell’Italia maschile negli anni ’90), impostesi in finale per 3-0 contro gli Stati Uniti campionesse in carica con un match a senso unico. 
Gli altri gradini più alti sono arrivati dal nuoto (Thomas Ceccon 100 dorso e Niccolò Martinenghi 100 rana), dalla scherma (Fiamingo, Rizzi, Santuccio, Navarria spada femminile a squadre), dalla vela (Maggetti iQFO femminile / Tita-Banti Nacra 17), dalla canoa slalom (De Gennaro k1 maschile), dal judo (Bellandi 78kg donne), ginnastica artistica (D’Amato trave femminile), tennis (Paolini-Errani doppio femminile), tiro sportivo (Bacosi-Rossetti skeet a squadre miste) e ciclismo su pista (Consonni-Guazzini, Madison donne). 

Spesso il secondo gradino del podio viene alquanto vituperato, ma come dico spesso “è pur sempre un gran bel metallo prezioso”. Perciò – anche se con qualche amaro in bocca -, è giusto rammentare le nostre meritatissime medaglie d’argento. 
In primis Filippo Ganna nella cronometro individuale di ciclismo su strada nella affascinante cornice dell’arrivo sotto la Tour Eiffel; Gregorio Paltrinieri che all’età di 30 anni riesce a salire sul secondo gradino del podio nella gara più lunga in vasca al coperto, i 1500m stile libero, la sua specialità da sempre; Simone Consonni ed Elia Viviani nella Madison uomini nel ciclismo su pista (terza medaglia in tre diverse Olimpiadi per il velocista di Vallese di Oppeano in provincia di Verona); Federico Nilo Maldini 10m ad aria pistola maschile e Silvana Stanco, tiro a volo, trap femminile; Filippo Macchi, fioretto individuale maschile, la squadra di fioretto femminile a squadre (Arianna Errigo, Martina Favaretto, Alice Volpi, Francesca Palumbo) e il fioretto maschile a squadre (Guillame Bianchi, Alessio Foconi, Filippo Macchi e Tommaso Marini) nella scherma; Gabriele Casadei e Carlo Tacchini, canoa sprint C2 500 maschile, il quattro di coppia maschile (Luca Chiumento, Giacomo Gentili, Andrea Panizza e Luca Rambaldi) e il doppio pesi leggeri uomini (Stefano Oppo e Gabriel Soares) nel canottaggio; ginnastica artistica, gara a squadre (Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio e Giorgia Villa). 
Una menzione particolare merita certamente nell’atletica leggera la grandissima impresa di Nadia Battocletti nei 10.000m donne, dove con uno sprint fenomenale riesce a tagliare il traguardo alle spalle della keniana Chebet, dopo aver condotto una gara sempre tra le prime posizioni. Un finale davvero emozionante. 

Infine il terzo gradino del podio, che in alcuni casi – come sostengo spesso – può giustamente ascriversi ad essere considerato una sorta di oro opaco. 
Ecco le medaglie di bronzo azzurre: Luigi Samele, sciabola individuale maschile, scherma; la staffetta 4×100 stile libero (Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Paolo Conte Bonin e Manuel Frigo), Gregorio Paltrinieri 800m stile libero e Ginevra Taddeucci, nuoto di fondo 10km, nuoto; Paolo Monna, 10m pistola ad aria maschile; Lorenzo Musetti, singolare maschile, tennis; Manila Esposito, trave, ginnastica artistica; Mattia Furlani, salto in lungo, ed Andy Diaz, salto triplo, atletica leggera; inseguimento a squadre maschile (Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon, Jonathan Milan), ciclismo su pista; Antonino Pizzolato, 89kg uomini, sollevamento pesi; Sofia Raffaeli, all-around individuale, e all-around a squadre (Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean, Laura Paris), ginnastica ritmica; Simone Alessio, 80kg uomini, taekwondo; Giorgio Malan, pentathlon moderno uomini. 

Questa è stata una doverosa enumerazione delle imprese italiane nella Ville Lumière. 
Ma quali sono gli atleti che verranno ricordati in questa edizione dei Giochi, mettendoci anche delle considerazioni e preferenze strettamente personali? 

Certamente Simon Biles, l’atleta americana fenomeno della ginnastica artistica, che dopo i quattro ori di Rio 2016 ed i “twisties”, i blocchi mentali che la costrinsero al ritiro dai Giochi di Tokyo 2020 (dove comunque conquistò una medaglia di bronzo nella trave ed una d’argento nel concorso a squadre), nella capitale francese ha conquistato 3 ori (volteggio, individuale e squadra) ed 1 argento (corpo libero), divenendo l’unica ginnasta ad aver conquistato il titolo in due Olimpiadi non consecutive. 

Non si può non ricordare l’impresa nel tennis di Novak Djokovic che riesce a 37 anni a conquistare l’oro olimpico contro Carlo Alcaraz completando così il Career Golden Slam (trionfo in tutti gli Slam ed ai Giochi olimpici) eguagliando Andre Agassi, Steffi Graf, Serena Williams e Rafael Nadal. 

Nel nuoto il giovane transalpino Leon Marchand ha fatto faville trascinato dal pubblico di casa conquistando 4 ori (200 farfalla, 200 rana, 200 misti – con record olimpico – e 400 misti) ed 1 bronzo (staffetta 4×100 misti). Stesso discorso nel nuoto femminile dove la nuotatrice cinese Zhang Yufei ha fatto meglio salendo per ben sei volte sul podio (1 argento e 5 bronzi) ottenendo il primato di atleta con più medaglie in questa edizione. 

Una menzione la merita la più giovane vincitrice di medaglia d’oro, la 14enne australiana Arisa Trew impostasi nella gara di park femminile di skateboarding (disciplina recentemente introdotta) davanti alla giapponese Cocona Hiraki e la britannica Sky Brown. 

Una pagina memorabile è stata scritta nell’atletica leggera dalla vittoria straordinaria di Julien Alfred, dell’isola caraibica di Saint Lucia, nei 100m femminili. Si tratta della prima medaglia in assoluto conquistata dal suo Paese. La medaglia d’oro (già prima ai Mondiali indoor nei 60m a marzo) ha sconfitto in volata (10” 72) le favorite, le statunitensi Sha Carri Richardson (10” 87) e Melissa Jefferson (10” 92). 

Non si può non ricordare un altro simbolo dello sport, LeBron James. Il 39enne cestista dei Los Angeles Lakers – miglior marcatore all time in NBA -, conquista il suo terzo oro olimpico in quattro edizioni (dopo i successi del 2008 a Pechino e 2012 a Londra ed il bronzo 2004 ad Atene), diventando anche il miglior giocatore di sempre per trionfi nella storia della nazionale maschile USA. 

Vi è poi il lottatore cubano Mijain Lopez, vincitore in finale contro il cileno Yasmani Acosta nella categoria 130kg della lotta greco-romana. 
Cinque ori in cinque diverse edizioni delle Olimpiadi facendo così meglio dei quattro titoli consecutivi degli americani Carl Lewis (atletica leggera, salto in lungo), Michael Phelps (nuoto, 200 metri misti), Katie Ledecky (nuoto, 800 metri stile libero) ed Alfred Oerter (atletica leggera, disco), il danese Paul Elvstrom (vela) e il giapponese Kaori Icho (lotta). Per la cronaca il lottatore cubano ha vinto anche cinque titoli mondiali. 
Lo svedese Armand Duplantis, dopo la medaglia d’oro conquistata nel salto con l’asta a 6.10m, decide di saltare 6.25m stabilendo il nuovo record del mondo. 

Per quanto riguarda lo scrivente, queste Olimpiadi mi rimarranno impresse per un’impresa che sa di essenza dello sport. 

Il 3 agosto 2024 la 24enne olandese Femke Bol – ai suoi primi Giochi – conquista la medaglia d’oro nella staffetta mista 4x400m di atletica leggera ricevendo il testimone da quarta dietro a Stati Uniti, Belgio e Gran Bretagna, ma con un giro di pista stratosferico (47”93) rimonta progressivamente tutte le proprie avversarie superando nell’ordine la britannica Anning, la belga Van Der Broek e l’americana Brown. 
Una gara fantastica! I commentatori di tutte le nazioni urlano letteralmente all’arrivo (vedere per credere, il sottoscritto ancora oggi si rivede la gara sia con il commento in inglese che in francese per percepirne ancora l’entusiasmo). 

Solamente un’altra gara mi ha dato un’emozione simile: la rimonta grandiosa di Federica Pellegrini nella staffetta 4×200 metri stile libero femminile agli Europei di nuoto di Berlino 2014. Rimonta che poi valse l’oro per l’Italia. 
Senza nulla togliere alla sopracitata rimonta della nostra Nadia Battocletti ovviamente, la cui rimonta nei 10000m mi ha parimenti emozionato. 
Personalmente mi sono poi commosso per la conquista della medaglia di bronzo nel tennis (in quanto io stesso praticante) nel singolare maschile da parte di Lorenzo Musetti e nel doppio femminile con Sara Errani e Jasmine Paolini, primo oro storico del tennis italiano. 
In particolare la prima medaglia – per la cronaca conquistata esattamente 100 anni dopo quella vinta dal conte Uberto de Morpurgo sempre nella capitale francese -, mi addolcisce l’amaro in bocca che ebbi ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996 quando il nostro tennista Renzo Furlan non riuscì a conquistare il terzo gradino del podio che ai tempi era alla portata. 

Mi hanno colpito anche le due medaglie del citato Gregorio Paltrinieri che a ben 30 anni riesce ancora a salire sul podio olimpico (il primo nuotatore italiano di sempre ad andare a medaglia in tre edizioni consecutive). Spettacolari sempre nel nuoto anche gli ori di Thomas Ceccon (100m dorso) e Nicolò Martinenghi (100m rana). 

Una doverosa annotazione la devo fare a favore di Marcell Jacobs, campione olimpico uscente a Tokyo 2020 (a parer mio la più grande impresa di un atleta italiano ai Giochi) che in finale giunge quinto con il cronometro a 9”85, miglior prestazione stagionale, fermandosi a soli 6 centesimi (!) dalla medaglia d’oro vinta dall’americano Lyles (9”79). 

In conclusione l’oro che brilla di più ai miei occhi è sicuramente quello delle menzionate ragazze di Velasco che mi fa tornare alla mente ancora la ciliegina che mancherebbe alla nazionale italiana nella competizione a cinque cerchi: l’oro nella pallavolo maschile. Ma confido nel futuro. 

Da qualunque prospettiva la si guardi l’Olimpiade è l’evento più grandioso dell’essere umano contemporaneo, un raduno di popoli che fa dimenticare per due magiche settimane il lato oscuro che non così nascosto aleggia per il nostro pianeta. 
La rassegna parigina verrà ricordata anche per le discusse gare di nuoto in acque libere nel fiume Senna – azzardo forse evitabile – e per le polemiche scatenatesi nel mondo del pugilato sulle note questioni dell’atleta algerina Imane Khelif. Ma ha confermato quello che ogni sportivo anela: l’essere immortale e leggenda. 
Perché i Giochi Olimpici non sono solo sport, sono anche politica, ma sono soprattutto storia. 
E Los Angeles 2028 sarà un’altra storia. 

Immagine tratta da www.theplan.it 22/07/2024 

22 novembre 2024

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